di Giovanni Enrico Arrighini
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Il Sogno di Campaldino
Progetto crossmediale
Il Sogno di Campaldino
è un progetto crossmediale,
un trittico che si articola in tre pannelli o “momenti”:
installativo, teatrale e cinematografico
nato intorno all'omonimo testo
di Giovanni Enrico Arrighini.
Una drammaturgia che unisce la Storia alla storia,
la grande letteratura alla vita,
con una centratura epica degna delle grandi opere.
Alessandro Machìa
Il primo pannello è un'opera installativa visiva e sonora, una graphic motion generativa e interattiva di parte della drammaturgia, sulla base dei disegni originali dell'artista Michele Arrighini. L'opera è pensata per essere proiettata in loop nelle principali piazze delle città medievali italiane, in primis quelle legate alla vita del Poeta, come Firenze, Arezzo, Ravenna, Roma, Verona, Venezia, etc. Un monolite ledwall al centro delle piazze di queste città genererà alcune suggestive immagini tratte dal “Il Sogno di Campaldino” con incursioni sonore in soggettiva di voci, rumori della battaglia, versi danteschi e pezzi di dialoghi tratti dal testo che saranno mandati in filodiffusione per le vie della città, in una sorta di polifonia dantesca.
Il secondo pannello, previsto per il 2022, è la messinscena in prima nazionale della drammaturgia originale, uno spettacolo che mescola il linguaggio liquido dei nuovi media alle macchine sceniche, ad una forma teatrale stilizzata, esaltata da una scrittura in versi di grande forza. Una vera e propria partitura cinetico-visuale-uditiva che, seguendo l’ispirazione della drammaturgia, unisce il moderno al classico, dunque l'immagine liquida alla scenotecnica, evocando sulla scena l’ampiezza degli esterni della piana di Campaldino, l’epica della battaglia, sia con l'immagine che con l'azione scenica.
Il pannello conclusivo è l'opera cinematografica vera e propria, prevista per il 2023, un film dal ritmo epico, dai lunghi piani sequenza e dall'alto valore artistico e letterario non solo per la presenza di due poeti come Dante Alighieri e Ezra Pound, ma per la scelta autoriale di portare la grande letteratura al cinema in maniera radicale, non come generica ispirazione descrittiva, ma partendo dalla lingua e dall'utilizzo del verso nei dialoghi tra i personaggi.
Il progetto è curato da Zerkalo Teatro per la direzione del regista Alessandro Machìa
Il primo momento installativo è previsto per l'estate 2021.