Il Sogno di Campaldino

 Sceneggiatura illustrata per il Cinema e il Teatro

                di Giovanni Enrico Arrighini

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Il Sogno di Campaldino - Disegno di Michele Arrighini 2021 - Diritti riservati

 

 

            Dagli Uomini della Neve al Sogno di Campaldino

 

 

 

"...Here error is all in the not done,

all in the diffidence that faltered".

(Ezra Pound)

 

 

 

 

"Il Sogno di Campaldino" (2019-2020) nasce come una sceneggiatura illustrata per il cinema.

Al termine dell'anno 2020 è stato realizzato l'adattamento teatrale apportando solo lievi modifiche al racconto.

 

L'opera è il naturale proseguio della prima sceneggiatura dell'autore "Gli Uomini della Neve" (2007); che verrà promossa nel 2022 in occasione del centenario della pubblicazione delle opere "The Waste Land " di S. T. Eliot e delle "Elegie duinesi" di R. M. Rilke, riferimenti culturali del lavoro.

 

La trama de "Gli Uomini della Neve" racconta del duplice viaggio nella terra desolata dell'animo umano di due protagonisti, inspirati nella finzione agli artisti Rainer Maria Rilke e Ezra Pound, e si conclude con l'immagine del "poeta" rinchiuso in una gabbia nel campo di concentramento di Metato presso Pisa.

 

La presenza del "poeta" recluso ritorna all'inizio del "Il Sogno di Campaldino" trasformandosi nella stanza del manicomio criminale di Washington DC, dove un paziente nell'ultimo giorno d'internamento si addormenta e sogna d'incontrare il cavaliere Dante Alighieri nei giorni della battaglia di Campaldino combattuta nel 1289.

 

In ambedue le sceneggiature persiste un identico filo conduttore che vede la sovrapposizione della realtà storica e della parte artistica, quest'ultima esaltata nella sua portata lirica dalla presenza di una coppia di poeti come protagonisti (Rilke/Pound e Dante/Pound).

 

Il doppio registro viene inoltre ampliato dalla dimensione onirica, dove il paziente diviene a sua volta il protagonista del sogno del "personaggio" da lui sognato, rovesciando la portata temporale e la lineare descrizione dei fatti.

 

Le vicende drammatiche relative alla battaglia di Campaldino si tramutano allora, nei giorni della disfatta di Montaperti, fino ad assurgere a una velata allusione della vita contemporanea con la comparsa dei personaggi della "Commedia" che come "nere colonne di fumo" alimentano la discesa nell'incubo della guerra e, al parricido liberatorio del cavaliere/eroe.

 

L'opera si conclude con un omaggio al "Sommo Poeta" per le celebrazioni del settecentesimo anno dalla sua morte, rievocando sulla scena il suo personaggio prima dell'inizio della battaglia, un giovane cavaliere incerto e spaventato, chiamato a combattere per la sua città "Fiorenza" e per il buon nome della sua famiglia.

 

In quel momento "la Commedia" non era ancora stata concepita; tutto era sospeso sul labile confine tra il sogno, la poesia e il niente. Quell'uomo solo schierato a cavallo nelle prime file dell'esercito fiorentino in attesa di affrontare qualcosa di terribile, assomiglia a ciascuno di noi, abbandonati in continua esitazione.

 

 

                                                                                                                                                                        L'Autore  

                                                                                                                                                          Giovanni Enrico Arrighini

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